La meccanica cresce e tiene in piedi il Paese, ma…

di Laura Magna ♦ Intervista con Diego Andreis (Federmeccanica e Assolombarda) che commenta i buoni dati del principale settore industriale italiano. Il quadro è buono. Ma è attesa una decelerazione (anche a causa dell’automotive) e si temono tensioni internazionali. Da parte del Governo, non c’è né consapevolezza né sostegno. Il tema delle competenze resta urgente e irrisolto

«Bisogna passare attraverso l’impresa per dare centralità al lavoro e alle persone: la strada da seguire, l’unica possibile, è questa ed è stato invece un elemento pressoché assente nella retorica governativa finora». A dirlo a Industria Italiana è Diego Andreis, vice presidente di Federmeccanica con delega all’Europa e ai Rapporti con le multinazionali e grandi imprese e presidente del gruppo Meccatronici di Assolombarda. Andreis ripete quello che è il mantra del manifesto di Federmeccanica presentato a Roma il 25 settembre insieme ai dati della 147sima congiunturale di Federmeccanica, che disegnano un settore solido ma in decelerazione. Dunque, più impresa perché dall’impresa, dalla meccanica in particolare, fiore all’occhiello dell’industria italiana, il Paese può ripartire. A patto di   creare un ambiente favorevole alla produzione. «E’ un messaggio che lanciamo al governo innanzitutto, perché è oggi quello che decide orientamento e assume le scelte di politica industriale, ma è anche un messaggio più vasto al pubblico generale per smantellare la cultura anti-impresa che è un tema tutto italiano e più generale ».

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